visitatori da novembre 2010

sabato 23 luglio 2011

CRISI DI BORIA - video di Domenico Bolano

http://youtu.be/YKuNNxNh12U

CRISI DI BORIA (CRISE DE PODER)



Foto di Fabio Itri





Taciana Coimbra



PROGETTO “CRISI DI BORIA”



Reggio di Calabria - 23 giugno 2011





1. Specchio, oggetto specifico di culto della vanità..



2. Morale cristiana : “Scagli la prima pietra chi non è senza peccato”.



3. Materiali poveri e di recupero divengono oggetti-scultura.



4. Ghetto: 1 quartiere dove erano costretti a vivere gli ebrei. 2 (est) rione misero e malfamato 3 (fig) emarginazione, isolamento







concept





I confini che demarcano le zone di identificazione territoriale di una città ( cfr Reggio Calabria ) - quali il centro e le periferie che individuano anche i differenti gruppi sociali - diventano tematica provincialistica, ristretta o superflua. Riguardo ad aspetti di globalizzazione gli interessi privati, economici e xenofobi, le prassi burocratiche impediscono le cadute dei confini tra i paesi, segnando il fallimento di una unificazione complessiva, indice peraltro di ristrette facoltà mentali, cariche di pregiudizi e indifferenza.



Le guerre civili, la fame, la povertà non sono più problemi lontani propri dei paesi del terzo mondo.



Ormai, anche le popolazioni privilegiate, colpite dalla bolla della crisi mondiale, non possono più ignorare l’attuale realtà in cui l’aumento dell’emarginazione e dell’indigenza, del flusso migratorio ( fenomeno da sempre esistito ), con la disoccupazione aggiuntiva, ed esigono attenzione e nuovi sguardi verso il futuro.





In questo scenario oscuro, l’arte si è trovata marginalizzata, ghettizzata, dalla cultura di massa e condizionata nei suoi valori da fattori grettamente economici, gestiti da opportunisti, profittatori, o “sciacalli”. Le linee dei confini mentali limitano lo sguardo libero di chi vuole vedere oltre un riflesso ‘particulare’, egocentrico se non egolatrico. Ma l’arte contemporanea riesce a produrre i suoi antidoti di saggezza e ad indurre alla riflessione ; ecco un momento di rivincita quale la consapevolezza del suo valore umanitario e gnoseologico, che contribuisce all’edificazione di quel pensiero critico-costruttivo imprescindibile in una società democratica.







installazione





Su di una base rialzata dal piano del pavimento, l’artista inerte indossa un lungo abito e affronta l’interazione del pubblico.



Sul pavimento un cerchio composto da pomodori delimita lo spazio tra pubblico ed artista.



L’artista impugna nella mano sinistra un lungo bastone appuntito.



Il vestito è composto da ritagli di stoffa congiunti da una cucitura realizzata con un filo rosso. Gli spazi sono riempiti da diversi pezzi di specchio in ci il pubblico si vede riflesso.



Sulla testa un cappello a forma di mitria e con simbologie, allusive a ritualità cattoliche e religioso-sincretiche africane, costituisce un segno palese di potere.







performance





L’artista crea uno spazio isolato, denominato Crisi o ghetto di boria”, con una lettura surreale della realtà.



La contemporaneità è spesso costruita sulla base di pregiudizi e preconcetti, isolandosi con un metaforico filo spinato di ipocrisia. I soggetti emarginati, l’emigrato, l’omosessuale, l’ebreo, il ‘negro’, il room, il drogato, la prostituta, non sono diventati i protagonisti ; anzi, sono gli individui che detengono il potere che diventano prigionieri del loro stesso male.



In un moto viscerale, da intendere come atto di salvezza, l’artista, imprigionato in archetipi ombra, partorisce un oggetto frutto di un assemblaggio di elementi di scarto trovati in diversi luoghi della città di Reggio, suggerendo ironicamente un dialogo tra materiali poveri, appartenenza, valori morali ed umani, come l’atto di generare la vita.





apparati di riferimento:



Macunaíma’ di Mario di Andrade;



Gruppo Totem di Recife;



L’opera di Arthur Bispo do Rosario (1911-1989);



Sincretismo religioso – Orixáis;



Yinka Shonibare artista contemporaneo (nigeriano/britannico).


Sfilata del potere Foto di Pietro Chirico


Vestito di cotone naturale e specchi cucito dall'artista con un filo rosso e cappello a forma di mitra.



La salita solenni




contemplativo



dalla sinistra: Serena Carbone (storico dell'arte e critico), Concetta Perlini (scultrice), Poliana (la mia luce) e Gianpaolo Manfredini (Dott. Prof. arch. e critico)



Il sacro



Guardati allo specchio... la tua coscienza
(Foto di Andrea Cannizzaro)





Riflettere...



...le linee di confini - il profano.



Grande Fabio Itri (fotografo)



Super ripresa dell'amico Domenico Bolano (videomacker)



Partorisce l'oggetto 'vita', ottenuto dall'assemblaggio di scarti trovati sulla strada in diversi quartieri di Reggio Calabria



Dopo il dolore la pace



Interazione con il pubblico



Tutti i pregiudizi superati dall'unione generano all'individuo una nuova possibilità di vita.



Grazie al pubblico, agli amici ed all'arte (Dio)



Dalla sinistra: Pietro Chirico, Taciana Coimbra, Poliana e Concetta Perlini



L'artista e l'installazione


Riferimento agli 'orixàis' (sincretismo religioso)


CRISI DI BORIA







L'opera dell'amica Maria Teresa Oliva (scultrice), fantastica.....



In primo piano le fotografie di Fabio Itri ed in fondo l'installazione 'Crisi di Boria'


(foto di Andrea Cannizzaro)




di AURELIA ARITO - Quattro domande, sei artisti, sei risposte. Uno spazio, Torre Nervi, nato negli anni '70 dalla mente di uno degli ingegneri italiani più rappresentativi dell'epoca.



Fotografia, scultura e azione perfomativa, sono stati gli interventi degli artisti chiamati a rispondere ai quesiti posti da Serena Carbone, curatrice della mostra “Fratture Urbane. Reggio Calabria tra centri periferici e luoghi collettivi”.



Quale tipo di relazione intercorre tra il centro e la periferia di Reggio Calabria? Quali le zone periferiche e quali gli spazi collettivi? Esiste un'identità condivisa per Reggio? Se esiste, si possono individuare zone di frattura, in cui l'identità vacilla e soccombe alle variabili esterne alla comunità stessa? Sei concetti e azioni presi in prestito dal dibattito “centro/periferia” per riflettere sulla struttura urbana e sociale della città di Reggio Calabria attraverso l'arte.



Ninni Donato, Fabio Itri, Taciana Coimbra, Mariadora Varano, Nadia Giovinazzo, Maria Teresa Oliva sono stati chiamati a lavorare a sei diverse sezioni: periferia, emarginazione, corpo, memoria, identità e monumento storico.



“Quando si parla di centro e periferia - dichiara la curatrice - si tratta un argomento vasto e generico, l'individuazione delle sezioni ha consentito di delimitare la zona di interesse, nello specifico della città di Reggio, e di focalizzare lo sguardo su temi fondamentali dello sviluppo urbano”.



La mostra, inaugurata giovedì 23 giugno e visitabile fino a domenica, ha aperto molteplici riflessioni sulla relazione esistente tra centro e periferia della città di Reggio. Attraverso il lavoro degli artisti è stata individuata una sintesi. “Ogni lavoro racchiude in sé centro e periferia, – afferma la curatrice - forse tramite l'arte si può trovare un punto di riflessione nel quale farle convergere. Una soluzione di continuità - prosegue - per due dimensioni che in altri settori vengono trattate separatamente, come nell'ambito architettonico o politico amministrativo.



L'arte in questo ha svelato la sua grande forza, quella di congiungere questi due aspetti, non più isolati, ma elementi di un unico centro urbano. Le differenze che emergono tra le due zone mostrano discrepanze e peculiarità, rotture e convergenze, curve e rettilinei, ma anche punti di tensione dove le fratture si manifestano e le proprietà intrinseche all'urbe escono allo scoperto.



La riflessione aperta sul territorio reggino muove dalle considerazione aperte dalla nascita di un ampio spazio europeo, dalla caduta dei confini geografici e territoriali e dalle globalizzazione del mondo occidentale. All'indomani della costituzione dell'Unione Europea, infatti, si sono incrementati gli studi intorno al concetto di identità e di comunità e l'arte contemporanea si è rivelata ottimo strumento di riflessione sul tema, avendo esplorato dinamiche sociali complesse con la sensibilità e al contempo la forza espressiva che le sono proprie.



(dal giornale virtuale ZOOMSUD.IT)







mercoledì 6 aprile 2011

NATURA CONTAMINATA - NATUS



In un solo nido vivono tutte le riflessioni"


(Rosario Napoli)



La scultura


Natus” è una scultura che, oltre a dialogare con lo spazio per mezzo dei suoi paradigmi estetici, forma, materia e volume che si alternano in punti di tensione ed equilibrio, interpreta l’ethos dell’attualità.


La scultura “Natus” è polimaterica, costituita da ferro dipinto (il Peduncolo), alluminio (i Petali ed il Capolino) e plastica dipinta (gli Stami). La plastica impiegata è ottenuta dal riciclo di 700 bottiglie d’acqua che creano una maglia raffigurante lo stame, l’organo maschile del fiore dove si trovano i Pollini.


La forma circolare centrale (capolino) richiama la perfezione della geometria presente nella natura, e continue forme ondeggianti danno organicità e leggerezza al corpo strutturale della scultura.


Lo spazio e l’estetica


Con la dimensione di 4m x 4m x 170cm, la scultura pensata per un grande giardino occupa lo spazio con un lirico ‘disegno’ tridimensionale-figurativo. Esso suggerisce al pubblico che lo guarda, la sensazione di essere minuscolo davanti la grande dimensione del fiore.


I petali formati da lastre di alluminio assieme agli stami formati da bottiglie di plastica, quando sollecitati dal vento, creano leggeri movimenti innescando dei sottili suoni. Con caratteristiche che tendono quasi al naif, ma anche grazie all’eccesso di informazioni visive ed affettive, la scultura trova una sua dimestichezza con il kitsch, riuscendo attraverso la scelta di colori vibranti come il giallo ed il rosso a mimetizzare le materie ed a suscitare emozioni per niente scontate ad un primo sguardo. Postulato della scultura: occupare lo spazio tridimensionale nella sua totalità Ogni europeo produce all’anno circa 600kg di rifiuti di cui l’ 80% è riciclabile


Materiali poveri e di recupero divengono oggetti-scultura ispirati alla natura.(700 BOTTIGLIE PET)



Il fiore per poter essere fecondato possiede caratteristiche attrattive di forme e colori che attraggono gli insetti e gli uccelli per l’impollinazione zoofila.


Secondo il critico d’arte Frederico Morais il fiore rappresenta il preannuncio della morte, poichè quasi tutti i fiori esistono per essere fecondati e trasformati in frutto; ma, non si tratta di morte, perchè è proprio la vita ad avere inizio col frutto: questo è il significato alla scultura “Natus”.


La dura realtà contemporanea, in cui l’inquinamento e il degrado ambientale sembrano ormai essere routine e l’etica dell’uomo verso il pianeta stenta a svegliarsi in azioni concrete, rende urgente il cambiamento della mentalità da una società industrializzata inconsapevole ad una società più conscia delle necessità della salvaguardia dell’ambiente naturale dove l’uomo sia vero portatore di vita, dando alla natura la possibilità di rinnovarsi. “…se è vero allora che l’inquinamento non è solo una questione biologica ma anche mentale, la funzione civile delle forme culturali non può prescindere da una coscienza ambientale... il circuito energetico della cultura, vera grande spinta che dinamizza la vita di una società, ci rende consapevoli di noi e del nostro posto nel mondo.” (Serenella Iovino*)







* Insegna Filosofia morale all’Università di Torino. Si occupa di etica e cultura dell’ambiente ed è vice-Presidente della European Association for the Study of Literature, Culture and Environment

sabato 27 novembre 2010

ETNA...DALLA MIA FINESTRA TI VEDO

Genaio2011- che paura...terrificante...FUOCO dell'inferno di Dante
Etna setembre2005 Reggio Calabria, Stretto di Messina(secondo alcuni : Stretto di Scilla e Caridi) e la Sicilia dicembre 2009 Dalla mia finestra ti vedo Etna, sublime come il crepuscolo che segnala la fine della giornata Ti rispetto e con tutta la mia paura ti faccio la riverenza alla tua forza novembre 2010

venerdì 19 novembre 2010

AMPLEXO - "Caixas Pretas sobre Cubo Branco"

Manifesto della 2° edizione della mostra presso la Galeria Capibaribe -settembre 2010
(la 1° edizione si è svolta nel mese di agosto presso l'Instituto de Arte Contemporanea-IAC)
CAC- Centro de Artes e Comunicaçao dall' UFPE(Universidade Federal de Pernambuco)
Recife Brasil
scatola di Taciana Coimbra 2007
scatola di Lais Castro 2010
scatole di Rosario Napoli in mostra
Più di 80 artisti di tutto il mondo hanno fatto parte di questa collettiva:brasileiros,italiani,tedeschi,argentini,spagnoli,portughesi
Ogni artista ha avuto 5 scatole in mettalo per creare liberamente, incidendo così loro identità
foto panoramica della Galeria Capibaribe
i colpevoli...André Dòria, Regina Buccini, Lais Castro, André Aquino, Eduardo Souza e Taciana Coimbra-GRUPPO AMPLEXO.
la mostra é stata un grande SUCCESSO!!!!!! Grazie a tutti gli artisti italiani che hanno acettato l'invito del Grupo Amplexo










mercoledì 10 novembre 2010

“Degustazione di prodotti tipici…contenitori di pensiero”


Palazzo della Provincia di Reggio Calabria, giugno 2010. In fondo a sinistra il mare Tirrenico

Buon Apettito... e buona digestione

Benvenuti al ristorante dove il cibo alimenta l'inttelleto

Salone delle Esposizioni-Palazzo della Provincia di Reggio Calabria Italia

Grazie amici per la vostra forza


L'installazione vista dall'alto

Domenico Bolano un grande videomaker, e Domenica.

Carissimo Professore Pino Labarbera...e come vanno le arti?
Folder con particolare di una delle 15 sculture in ferro